IL PICCOLO IMPRENDITORE – Parte I

Nello scorrere di questi ultimi mesi mi sono dedicato anima e corpo alle mie Nuove Fatiche Letterarie, che andrò a pubblicare e distribuire quest’autunno come da Programmi Editoriali.

Si tratta di “IL LIBRETTO D’ORO DEL BECCACCIAIO”, un mini-libro dalle infinite risorse, e di “BECCACCE DELL’ALTOPIANO”, un emblema per l’Aspirante Beccacciaio.

Ambedue analizzano gli argomenti “Beccaccia” e “Caccia alla Fatata Regina del Bosco”, con l’impiego dell’Ausiliare per eccellenza in quest’Arte: il Setter Inglese.

“IL LIBRETTO D’ORO DEL BECCACCIAIO” si distinguerà dal mio primo, “IL SETTERMAN E L’ARTE DELLA BECCACCIA”, per il “taglio” innovativo e personale dato allo stile di scrittura, per essere stato limitato in maniera drastica nelle pagine di pura novellistica, lasciando maggior spazio ai consigli, ai suggerimenti, alle indicazioni, non solo quelle pertinenti la Caccia e i Cani, bensì anche la Vita Quotidiana. Ho cercato di portare l’attenzione dei futuri lettori, che ormai mi seguono da tempo, sui miei mondi: culturale, affettivo, lavorativo ed in particolare sul mio essere sempre positivo.

Viceversa, “BECCACCE DELL’ALTOPIANO” risulta incentrato sulle Esperienze della mia Gioventù, sul mio vissuto nell’Altopiano di Asiago, dove trasparirà il distinguo della trasformazione da Aspirante Beccacciaio a Beccacciaio vero e proprio. Per di più esporrà i miei intendimenti, i miei obiettivi ed i miei risultati, perseguiti ed ottenuti con costanza e testardaggine, anche nell’Attività di Allevamento, Istruzione, Dressage e “Specializzazione” del Setter Inglese, il “mio” Setter Inglese.

Pierluigi Chiminazzo e il suo Kurzhaar

Discutevo di alcuni dei passaggi del nuovo libro con una persona che ho conosciuto per caso uscendo coi Cani da Ferma al Campo di Addestramento di Nove [VI].

Una persona che sin dal primo impatto, dal primo sentore “a pelle”, ho imparato ad apprezzare, un Uomo di Vecchio Stampo, di quelli che NON CI SONO PROPRIO PIÙ [purtroppo]: Pierluigi Chiminazzo.

Pierluigi è un Imprenditore Edile, un Settore che dalle Nostre parti non solo è “in difficoltà” ma peggio, in agonia vera e propria, e risiede a Cittadella, nel Padovano. Per il fatto di esercitare tale disgraziata Professione, almeno ai miei occhi [conoscendone in prima persona pregi e difetti], si raffigura per quello che “è” a tutti gli effetti: un Uomo con le palle.

Essere Datori di Lavoro oggi, di questi tempi, per di più nell’Edilizia, è una vera pazzia, un voler sfidare il Mercato giorno dopo giorno, poiché i denari non girano, non girano le cose, nulla viene venduto, poco o nulla viene pagato, e bisogna ingegnarsi ogni mattina, in ogni situazione.

Archivio Lavori - Oscar Pietro Pizzato

Per chi da anni vive nel Settore, ammesso e non concesso che riesca ancora a reggersi da solo “sulle proprie gambe” [non tanto l’imprenditore in prima persona, quanto la Sua Attività], di certo non sono rimaste molte “vie di scampo”: o si ha il coraggio e la sfrontatezza di dire “BASTA IO SMETTO E CAMBIO!” oppure, se si intende navigare, se ne accettano termini e condizioni e… tanti auguri. A me, per dirla tutta, questa Gente, questa Brava Gente, non fa per niente invidia.

Ho voluto scrivere queste poche righe di introduzione per far comprendere al lettore che non ci troviamo di fronte ad un pivellino qualsiasi, anzi tutt’altro.

Ho conosciuto Pierluigi proprio attraverso un atto della Sua genuinità, della Sua umiltà più pura, ossia una sua casuale richiesta di consigli Sui Cani, sui Cani da Caccia per la precisione [lo specifico perché spesso si accompagna, oltre che con i suoi Kurzhaar, con un Giovane Maschio di Labrador Retriever]. Ricordo che ha esordito in questi termini:

“Scusami, non so come Ti chiami, qual è il Tuo nome?”

Ed ulteriormente:

“Ogni volta che vengo da queste parti noto che sei sempre presente, tanto di mattina che di tardo pomeriggio, e nel contempo hai a che fare con molti Cani, perlopiù Giovani, per cui credo che Tu possa essere la persona giusta, quella che sto cercando. Posso chiederTi qual è il Tuo nome? E che Lavoro fai?”

Ed io a lui:

“Allevo Setter Inglesi che poi Educo ed a cui Insegno tutti i miei saperi Venatori e Cino-Venatori: in ogni caso li preparo esclusivamente per la Caccia. Comunque il mio nome è Oscar Pietro Pizzato, sono il proprietario fondatore dell’Allevamento del Setter Inglese distinto con Affisso ENCI “OPPIS. Sono un uomo di Montagna, dell’Altopiano di Asiago, perciò con molto orgoglio Ti informo di essere un Montanaro DOC [e porgendogli la mano]: questo è il mio biglietto da visita, se Ti dovesse tornare utile.”

Senza riportare tutti i discorsi di questo primo incontro, questo iniziale contatto, provavo il sano “sospetto” di aver conosciuto un uomo sincero. In una serata successiva, fra le altre gli ho detto:

“Domani se sarai presente Ti regalerò il mio Libro…”

Per poi aggiungere:

“Parla di Beccacce e dei miei Setter Inglesi, vedrai che Ti affascinerà di certo e Ti farà anche cambiare più di qualche opinione sulla Caccia e sui Cani, o quantomeno farà sì che Ti ponga delle domande alle quali, voglia o non voglia, dovrai provare a rispondere…”

Ed inoltre:

“Lascio a Te ogni ulteriore commento, ogni valutazione… Prova nel frattempo ad osservare il mio Sito Internet e leggerne i contenuti, vedrai che qualcosa ne ricaverai. Nel mio biglietto da visita troverai tutte le indicazioni che Ti servono. Ciao, a domani.”

Nel nostro incontro seguente, appena siamo stati “a Tu per Tu”, Pierluigi mi ha fatto:

“Penso che Tu Ti diverta a far dannare la Gente Comune come me… mi hai fatto trascorrere più di quattro ore davanti a quel maledetto computer per leggere i racconti del Tuo Sito!”

Per poi aggiungere sorridendo con soddisfazione:

“Però sono proprio belli, davvero molto belli e fascinosi, Ti prendono, tanto che non riesci più a distoglierTi finché non hai terminato: complimenti.”

Ed io in risposta:

“Ti avevo avvertito, e comunque grazie: ogni complimento è ben accetto.”

Di lì la chiacchierata si è dilungata per un bel po’, fra le mille e più domande del mio Nuovo Estimatore, ed infine, nell’arrivare alle Nostre auto, ho raccolto il Libro promesso e dopo avervi scritto una dedica gliel’ho sottoposto dicendo:

“Fanne buon uso, poi mi saprai dire Tu stesso.”

E Lui, pieno di schiettezza come avevo intuito sin dal primo momento, mi ha risposto:

“Dimmi quant’è, voglio pagartelo…”

“Non se ne parla nemmeno,” ho risposto “è un mio regalo.”

Trascorso qualche giorno, all’imbrunire di una sera in cui mi apprestavo a far risalire “la Coppia” dei miei Setter Inglesi dell’ultimo Turno Istruttivo di giornata, ho visto il fuoristrada di Pierluigi apparire lungo la stradina che conduce al Campo di Addestramento. Appena giunto nei miei pressi, ha abbassato il finestrino e fra il serio ed il faceto mi ha detto:

“Tu sei la mia rovina, vuoi vedermi  distrutto credo.”

Perché?!

“Mi hai fatto star sveglio tutta la notte per leggere il Tuo Libro, non sono riuscito a staccare gli occhi dalla lettura fino a quando non l’ho terminato: tutta la notte senza dormire… ieri mattina al lavoro sembravo rimbambito dal sonno, e poi continuavo pensare a ‘quelle’ Beccacce ed a ‘quei’ Cani…”

Ed ulteriormente:

“Sono stato talmente ‘preso’ dai contenuti, da quei racconti, da quel fare Venatorio, che mi sembrava persino di essere io stesso ‘l’attore principale’, il ‘Cacciatore protagonista’… Si nota davvero che è stato scritto da uno che se ne intende, da un praticante che in quei momenti non si stava ‘dando’ per vendere aria fritta…  uno che ‘il Suo’ lo sa e lo conosce a mena dito.”

Ed infine:

“Sei molto bravo a riportare tutte quelle indiscrezioni, tutti quei particolari, quelle vicende… ma dimmi, come fai a ricordarTi tutto per filo e per segno?!”

Siccome Noi Cacciatori ci lasciamo prendere la mano da simili discussioni, al calare delle Ombre Serali lo stesso Pierluigi rischiava di non essere nemmeno riuscito a “liberare” i Suoi Ausiliari — il vero motivo per cui era venuto dalle mie parti — per cui, pur dispiaciuti, ci siamo lasciati in fretta e furia dicendoci di rivederci all’indomani ad un orario più adatto.

Il giorno dopo, scendendo dal suo fuoristrada, il caldo era così forte che ha esordito:

“Forse sarebbe meglio non liberarli nemmeno i Cani con queste temperature.”

Ed io:

“Ah no? Piuttosto che restino fermi è meglio ‘piuttosto’… A proposito, Ti interessa venire con me nel Campo di Addestramento di Conco, nell’Altopiano di Asiago? Lassù tutti questi calori non esistono proprio.”

E Lui a Sua volta:

“Magari! Come posso fare per venirci anch’io?”

Non preoccuparTi, Tu liberati per tre o quattro ore dai Tuoi impegni di lavoro e vedrai che ci penso io a farTi trascorrere una bellissima avventura, una serata da sogno. Il Campo di Addestramento è nel Territorio della Riserva Alpi di Conco, ma la Zona compete all’adiacente mio Paese natale, Rubbio, ed io la conosco come le mie tasche, la potrei girare bendato ovunque… il Panorama che si può godere in quelle zone, osservando la Pianura Padana sottostante, è unico ed irripetibile.

E poi:

Pensa che ad occhio nudo si notano distintamente i Colli Euganei, i Berici, e tutto il Rilievo Roccioso del Monte Pasubio: sono così evidenti che Ti sembra di poterli ‘toccare’ con le mani… con identica percezione si riescono ad osservare, senza bisogno di alcun elemento ottico, le Navi da Crociera ed i Mercantili che navigano nelle Acque Veneziane, oltre ai Tralicci del Porto di Marghera.


Pierluigi:

“Mah, ne dubito, la distanza è troppa a parer mio.”

Io allora:

“Saranno una settantina di chilometri di strada, forse la metà o poco più in linea d’aria… Comunque vieni e vedrai con i Tuoi occhi: anzi, di sera, grazie alle luci artificiali, risulta tutto ancor più affascinante… riesci a vedere bene le città di Treviso, di Padova, di Vicenza e tutto il Bassanese con la Valsugana: fantastico, più che fantastico direi.”

Beh, se veramente le cose stanno così, sento di doverTi ringraziare già da ora: so bene delle molteplici difficoltà che i Cacciatori del luogo creano a chi viene da fuori, peggio ancora se viene dalla Pianura.

“Non preoccupartene, Tu vedi di organizzarTi che al resto penso io.”

Trascorsi un paio di giorni, ci siamo accordati per l’incontro di fronte al Bar “Ai Due Mori”, al Confine fra i Comuni di Nove e Bassano del Grappa, sulla strada che il medesimo Pierluigi avrebbe dovuto percorrere per  raggiungermi.

Appena l’ho intravisto, senza perdere tempo ho messo in moto e siamo partiti salendo lungo “La Fratellanza”, che congiunge la Città del Ponte Vecchio, il noto Ponte di Legno progettato da Palladio, col fascinoso Altopiano di Asiago.

In circa tre quarti d’ora siamo giunti in località “Le Laite”, una nota residenza turistica ad ovest di Rubbio, e nell’entrare al Campo di Addestramento abbiamo parcheggiato l’auto presso l’Agriturismo “Le Porte”, che si incontra prima dell’ingresso. Si tratta di una Nuova Struttura costruita secondo le tradizioni del luogo, con diverse componenti in Legno Rustico Locale, Tetto compreso.

Non appena sceso dall’auto, nel girarsi e rigirarsi ovunque, Pierluigi dapprima mi ha detto:

“Ti presento mio figlio Christian, anche Lui è rimasto sbalordito da tutte queste bellezze naturali, da tante unicità: le osservavamo e ne parlavamo durante il viaggio.”

Ed ancora:

“Lo sai Oscar che quand’ero poco più che ragazzino venivo da queste parti con mio Padre sul trattore per raccogliere il Fieno di Montagna da usare in stalla col Nostro bestiame? Immaginati con il freno manuale a scendere  carichi da qui fino a Bassano!”

Ti ricordi da chi lo compravate? Sai, da queste parti conosco tutti, ma proprio tutti, casa per casa…

“No, come faccio a ricordarmi, sono passati troppi anni e mio Padre purtroppo è morto, per cui… comunque tornando a Noi è proprio vero, avevi ragione Tu, qui si sta da dio, l’aria è fresca, non ci sono rumori, non ci sono auto, non ci sono strade, non ci sono case, non ci sono ostacoli: un paradiso.”

Bene, ora osserva laggiù [gli ho indicato col gesto della mano]: la vedi Venezia? Le vedi quelle Navi? Lo vedi il Porto di Marghera? Ed i Colli Euganei? I Colli Berici e il Monte Pasubio? Cosa Ti dicevo, sei convinto adesso?!


Pierluigi:

“Conoscere Te di sicuro Ti cambia la vita! E non lo dico per dire: non scherzo affatto. Paesaggi da sogno, Panorami fantastici, aria freschissima, calma totale: io qui ci verrei a vivere per sempre!”

Nel frattempo ho approfittato per attrezzare di Campani e Beeper la Coppia dei miei Ausiliari per il primo dei turni, ed appena pronti [compresi i miei ospiti], via a pieni polmoni su quei posti, su quegli ambienti magnifici che Ti fanno sentire “vero, concreto, vivente”.

Sin dalla partenza i Due Kurzhaar coi quali si accompagnava Pierluigi si dannavano a correre, ma appena il terreno si faceva più irto, non essendo mai stati portati prima di allora in simili condizioni, specialmente in discesa, hanno iniziato immancabilmente a sbattere contro ginepri e piante varie muovendosi senza freni, e di lì a poco, rendendosi conto delle fatiche ben più consistenti rispetto alle loro abitudini, non hanno potuto che tirare i classici “remi in barca”: in poche parole sono scoppiati.

Per lo svolgersi del primo turno ho fatto scendere la Coppia più affiatata del periodo, formata da OPPIS RAHSS ed OPPIS BRICK [Esemplare “Rampante”, il Nuovo Fenomeno del Dream Team “OPPIS”: manca un po’ di Movimento e di Stile, soprattutto nella Presa di Punto, ma è dotato di un Senso del Selvatico, il Senso dell’Incontro, così come di quello della Rimessa, “più unici che rari”, proprio come il suo indimenticabile bisnonno OPPIS PACO]. Durante i rintocchi dei loro Campani, i Due Ausiliari continuavano a dissolversi a centinaia di metri da Noi, per poi riapparire più avanti fra i Pascoli e la Macchia Boschiva.

Mentre ci muovevamo, ho approfittato per indicare ed insegnare più di qualche nozione, di qualche preciso consiglio al mio Nuovo Conoscente, perché Lui stesso potesse ricavarne qualcosa visto che pareva attratto, folgorato da tante meraviglie, al punto che mi ha chiesto se avesse potuto divenire a Sua volta socio del Campo.

Scendendo la Valle sotto il Vecchio Acquedotto, e più precisamente sul lato ad est del Campo, si è presentata in prossimità di un Capanno Fisso la possibilità di far assaporare ai miei Due Compagni di Ventura le gustosissime Ciliegie Selvatiche di Montagna, che a differenza delle classiche di Pianura son più piccole di circa la metà ma hanno un sapore ed un gusto unici, persino irraggiungibili, e senza dubbio sono sane e “Biologiche”.

Nel frattempo il funambolo OPPIS BRICK ha fatto zittire il Suo Campano a circa 150 metri da dove ci trovavamo, e nel breve volgere di qualche istante ha iniziato ad echeggiare il Suo Beeper. Di riflesso mi sono portato ancora un po’ più a Valle, tenendomi tutto sulla mia sinistra, dove con la coda dell’occhio l’avevo seguito per ammirare le sue “acrobazie”.

Un centinaio di metri dopo, nel superare la cresta di monte che divide quel punto con le sottostanti Villette “dei Lazzarotto”, vicino al “Cason dei Cortese”, o meglio, “dei Moeaghi”, OPPIS BRICK si è messo in evidenza con la Sua lunga sagoma Statuaria, pur fra l’erba alta ancora da falciare, e di conseguenza nel mio incedere ho preso ad assecondarlo di lato.

Pierluigi mi seguiva, così come il figlio, senza emettere sillaba, e non appena mi è stato nei pressi mi sono girato facendogli cenno di farsi vedere dai Suoi Ausiliari, al fine di renderli partecipi all’Azione. Uno dei Due Kurzhaar, nel giungere presso di Noi con un respiro quasi assordante e senza accorgersi minimamente del Rappresentante del mio Dream Team, ha causato purtroppo l’involo di Sette Bellissimi Esemplari di Starna, che si sono lanciati in un Volo infinito dapprima verso il Fondo Valle e poi in virata sulla sinistra, ad est, andandosi infine a posare a circa 500 metri in linea d’aria da Noi, sul versante opposto alla “Malga Malgaretta”.

L’amico non riusciva a trattenersi ed ha esclamato:

“Bellissime, davvero bellissime, e poi ‘quel’ Cane non si è mai mosso di un millimetro, sicuro, solido, concreto, veramente bravo. Se non fosse stato per il mio ‘Bracco’ avremmo potuto avvicinarci ancora di più, ne sono sicuro.”

E rivolgendosi a Suo figlio:

“Hai visto quante?! Ti è piaciuto? Ti sono piaciute le Starne?!”

E quest’ultimo:

“Non le avevo mai viste in libertà, dal vivo, poi così da vicino non avrei pensato che fosse possibile; davvero fantastico, questa è una realtà del tutto diversa da quella che si vive in Pianura. Se non hai a disposizione Cani come quello lì [indicando con la mano il mio “Leone”], puoi startene a casa.”

Abbiamo ripreso a salire sino alla stradina bianca d’ingresso e successivamente, oltrepassata la stessa, ci siamo portati sul retro dell’acquedotto menzionato per proseguire ancora verso ovest [lungo il sotto-strada di accesso al Villaggio Turistico “Le Laite”], giungendo al parcheggio dell’Agriturismo.

Intanto OPPIS RAHSS, che io stesso stavo “guidando” e gestendo, si dannava l’anima con almeno altri Due Sparuti Gruppi di Starne situate molto più a Valle; viceversa il più Giovane OPPIS BRICK ci assecondava andando a fermare prima una bella Lepre, poi un’ulteriore Coppia di Starne, poi ancora un paio di Quaglie, ed infine un altro Gruppetto di Sei Starne: niente male come iniziazione per i Due miei Nuovi Conoscenti.

Man mano che si svolgevano le “danze”, Pierluigi ed il figlio apparivano sempre più raggianti di felicità, altresì molto sudati ed affannati, ma soddisfatti dell’esperienza che stavano provando.

Per incorniciare la smania che ci aveva spinti in quei luoghi, ho continuato a sostituire ed alternare le Coppie dei miei Setter Inglesi, Giovani e meno Giovani, fino all’oscurità, godendo di tutto e di più, sia negli Incontri, come nella Selvaggina Involata, e soprattutto per via del Panorama Notturno che si svelava col passare dei minuti, mostrando ai Nostri occhi tutta l’Illuminazione Artificiale della Pianura Padana sottostante.

Fintanto che mi accingevo a sistemare sul furgone l’ultima Coppia di Ausiliari utilizzata, con gli attrezzi pertinenti, lo sfinito Pierluigi mi ha detto:

“Ora, se sei disponibile e d’accordo, nel rientrare ci fermeremo dove deciderai Tu stesso e ci mangeremo qualcosa di buono, che da queste parti di certo sapranno preparare con garbo e gusto.”

Ed io:

“Sì, concordo. Segui me.”

Giunti al tornante in località Tortima abbiamo parcheggiato al Ristorante “La Rondinella” ed una volta con “le gambe sotto il tavolo”, dopo aver letto il menù di giornata, Pierluigi ed il figlio hanno deciso di gustare un piatto tipico del luogo: Polenta e Capriolo col Sugo, scelta alla quale mi sono adeguato con molto piacere.

Nello scorrere della serata entrambi mi hanno chiesto di ripetere detta esperienza, detta magnifica esperienza, magari con il Tesserino di “Socio” del Campo di Addestramento. Ho risposto che mi sarei interessato sin dal giorno successivo facendo il possibile per accontentarli, e che appena ne avessi ricevuto conferma li avrei contattati.

Il pomeriggio seguente, come promesso, ho telefonato all’entusiasta “Imprenditore Padovano” avvertendolo del buon esito della richiesta, e così abbiamo deciso di salire di nuovo il sabato, anche per il ritiro della Tessera. Come da accordi, ci siamo comunicati l’orario ed il luogo d’incontro e sempre col Suo fare gentile e genuino Pierluigi mi ha chiesto:

“Se non Ti disturba vorrei portare con me un mio compaesano che Caccia anch’egli con i Setter Inglesi. Discutendo con lui in questi giorni mi ha rivelato che vorrebbe conoscerTi di persona, poiché già sa di alcuni dei Prodotti  del Tuo Allevamento e comunque di più di qualche Cane che porta il Tuo nominato Affisso.”

Ed io a mia volta:

“Non ci sono problemi, Vi aspetto di fronte ‘Ai Due Mori’.”

Puntuale come sempre, Pierluigi è arrivato sul luogo indicato e salendo verso il “Paradiso” desiderato siamo passati a ritirare il Permesso dal Presidente della Riserva Alpina di Conco, oltre che Responsabile addetto al “Campo di Addestramento” in questione, che risiede proprio in località Tortima: l’Amico Livio Crestani, persona molto seria e posata, mio coscritto ed anche Lui Imprenditore Artigianale nel Settore Edile, produttore ed installatore di Serramenti in Alluminio.

Fatte le dovute presentazioni, così come l’immancabile chiacchierata di… Caccia [cos’altro poteva essere?], Livio ha compilato gli incartamenti necessari ed ha consegnato “l’ambito” Tesserino al raggiante Pierluigi, al che, a conclusione della pratica e dopo esserci cordialmente salutati, ci siamo incamminati in direzione dell’Agriturismo “Le Porte”. Nel salire verso Rubbio, ho fatto cenno a Pierluigi di proseguire ed aspettarmi al parcheggio dove avremmo lasciato come di consuetudine le Nostre auto, mentre nel frattempo avrei dovuto soddisfare un impegno.

Difatti il giorno precedente mi ero sentito con Ettore Schirato, l’Amico d’Infanzia più caro, per passare a prendermi alcune fotografie che lo raffiguravano e che mi sarebbero servite per il mio Nuovo Libro “BECCACCE DELL’ALTOPIANO”, dove in più parti viene nominato.

Nel vedermi scendere dal furgone Ettore mi ha detto:

“Sei qui con i Tuoi Cani?!”

Sì, perché?

“Vista l’opportunità verrei anch’io a farmi due passi.”

Come no. Dai, sali che ci sono delle persone che mi sta aspettando.

Così, senza tentennare, ci siamo avviati alle “Le Laite”.

Giunti sul posto, ho presentato ad Ettore l’ansimante Pierluigi ed il Suo conoscente, e nel far scendere i miei “Giovani Bolidi”, con un sorriso mi sono rivolto a loro:

“Oggi Vi faccio conoscere altri Due Fenomeni di mia Produzione, nei confronti dei quali ho ormai completato sia l’Opera di Istruzione che di Dressage…”

Ed ancora:

“Si tratta di una Femmina di 18 mesi, dal mantello Bianco-Fegato, di nome OPPIS BRINA, una vera e propria ‘Cavalletta’ mai stanca e mai doma, grande incontrista ed infinita camminatrice, e di un Maschio della stessa età, Bianco-Arancio con fondo Chiaro, di nome OPPIS ROHNN, un atleta a tutti gli effetti, che, agevolato dal Suo stesso fisico, non demorde mai su nessuna tipologia di Terreno, grande fermatore e stilista… senza trascurare quelli che avete già potuto notare in precedenza.”

Scendendo a Valle, mentre i Nostri Ausiliari svariavano chi a destra, chi a sinistra, chi a salire, ecc., ai margini di una pozza d’acqua per il bestiame, vicino alla Pineta sotto-strada, mi sono accorto di una Starna che sgattaiolava nel folto lì presente, perciò mi sono girato verso Pierluigi e gli ho detto:

“Richiama il Tuo Kurzhaar che ho visto una Stana, così potrai farlo avvicinare sul ‘punto’ e agevolarlo, per poi osservare come reagirà.”

L’amico ha subito indirizzato il Suo Ausiliare sul luogo predetto, ed abbiamo atteso con curiosità gli sviluppi. Il Giovane Esemplare s’è avvicinato pregustando l’usta, ma nel giostrarsi successivo, senza nemmeno accorgersene, ha causato l’involo del Selvatico, il quale con un breve volo a planare ha superato gli arbusti più in basso e virato sul versante alla Nostra sinistra.

Al che ho approfittato della situazione e mi sono espresso all’interessato Pierluigi:

“Ora lascia fare a me… libero il mio Maschio [l’avevo legato un attimo prima apposta, altrimenti…] e richiamo la Femmina. Quando avranno trovato di nuovo l’animale, Tu vedi di avvicinarTi a me, così Ti indicherò come meglio muoverTi col Tuo Kurzhaar.”

Nemmeno il tempo di scendere un po’ che OPPIS BRICK si era eretto in plastica Ferma con tutto il corpo orientato in direzione della Pineta sottostante, nel mezzo dell’erba non tagliata, alla base di uno striminzito Roveto, e ciò proprio mentre sopraggiungeva l’immancabile OPPIS RAHSS, da sempre il mio preferito. Quest’ultimo ha reagito da par Suo ponendosi in caratteristico Consenso, e così facendo ha dato il via all’eco del Beeper che portava al collo. Ho fatto cenno al mio Nuovo Amico di osservare l’evento e avvicinandomi per filmarli gli ho pure insegnato come meglio muoversi, come avvicinarsi ed affiancare gli Ausiliari con la dovuta cautela, chiaramente assecondato dal Suo ‘Bracco’.

Sono riuscito ad avvicinarmi quel tanto che è bastato per farmi notare — in postura allungata leggermente più a Valle, quasi invisibile nel bel mezzo di un nutrito Gruppo di Fitti Rovi — l’immobile OPPIS BRINA, che a Sua volta, all’insaputa di tutti [a parer mio anche degli altri Ausiliari presenti] aveva anticipato ogni possibile circostanza. Non ho fatto nemmeno in tempo ad espormi, che la Starna in questione si è involata di Suo, ma in maniera alquanto imprudente, ossia con quel poco di incertezza che l’ha fatta ingarbugliare fra Spini e Rami vari, così da permettere alla predetta “Cavalletta” di acciuffarla per il “rotto della cuffia”…

Ne è seguito come al solito un Riporto Perfetto, con tanto di zelante soddisfazione della mia degna “Bianco-Fegato”, che ad operazione conclusa, senza attendere effusioni da parte mia, si è infilata di nuovo come una furia “incazzata” fra i Roveti ad ovest, sulla Nostra destra appunto [evidentemente in precedenza aveva avuto modo di notare qualcos’altro di interessante, di simile].

Abbiamo proseguito verso la nuova direzione godendoci qualche altra “prelibatezza” Cino-Venatoria grazie a successivi incontri, altre piacevoli situazioni, completando nel contempo tutto il giro del Campo di Addestramento, così, mentre Pierluigi ed il Suo conoscente cercavano di rifiatare ben assecondati dallo scaltro Ettore, ho colto l’occasione per sostituire i menzionati attori protagonisti con il successivo Duetto formato da OPPIS ROHNN ed OPPIS THONY.

Il risultato è stato un lussuoso divertimento, continuo e continuato, dove il mio Giovane Bianco-Arancio ha dato bella mostra a dei Suoi Naturali Saperi ed altresì degli immancabili miei Insegnamenti perfettamente appresi ed acquisiti, facendomi fare un figurone di quelli che lasciano il segno. Un segno indelebile, che può derivare solo dalla corretta Selezione di un Allevamento mirato,  riservato a tutti coloro che intendono generare attraverso la Propria Opera — basata sulla Serietà, sulla Costanza, sul Sacrificio e su quant’altro si voglia aggiungere — uno specifico Esemplare da Caccia, in particolare per quella di Montagna.

Al termine di quest’ultima avventura, mentre mi cambiavo d’indumenti, l’esausto Pierluigi mi ha rivolto la parola dicendomi con un sorriso sarcastico:

“Quando prima Ti dannavi e Ti divertivi con i Tuoi Cani, scarpinando ovunque salendo e scendendo per questi irti terreni, senza alcuna pausa, io chiacchieravo con Ettore dicendogli «Ma Tu che lo conosci ‘sto Oscar, cosa ne dici?», e Lui sorridendo sornione mi ha risposto «A Te conviene sederTi qui vicino a me, e osservarlo da lontano per tutto il Suo fare, perché quello non è mai stanco, e non lo può nemmeno essere, in quanto sin da quando eravamo ragazzini, per due anche tre volte la settimana macinava chilometri su chilometri, Correndo, Correndo ed ancora Correndo a tutte le ore del giorno, e a volte anche della notte, per Allenarsi ed essere sempre Preparato. Direi che è un benemerito pazzoide innamorato dei Cani da Ferma, dei Setter Inglesi e della Caccia come nessun altro». Ora riesco a darmi tante risposte che da quando Ti conosco vado cercando nei Tuoi confronti.”

Continuando poi:

“Tu mi dici sempre che ‘questi’ sono Ausiliari Veri, Cani da Montagna. Esemplari che camminano per tutto il giorno, in tutte le condizioni ambientali e per più giorni alla settimana senza tregua, consumando chilometri a destra e a manca, dormendo sul furgone e viaggiando per tutta l’Europa per mesi e mesi nel corso dell’anno… ma Ti dimentichi sempre di ricordare un fatto molto importante: non vi è dubbio infatti che possiedi e guidi ‘delle Ferrari’ sotto ogni aspetto, posso affermarlo persino io che non sono di certo un Genio in Cinofilia. Ma è altrettanto vero che per andare a ‘servire’, per riuscire ad assecondare quelle ‘splendide Ferrari’, sono necessarie le Tue gambe ed i Tuoi polmoni …”

Infine:

“Un Cacciatore comune non può di certo impegnarsi in scorribande senza fine, da Cima a Valle, da Colle a Colle, da Monte a Monte, così come fai in effetti Tu stesso apparentemente senza fatica… non tutti sono matti come Te. Anche Ettore che Ti conosce come pochi me l’ha confermato.”

Ed io a lui:

“Cosa vorresti che Ti rispondessi? Non posso che tentare di soddisfare i Tuoi quesiti con un sano e realistico Esempio di Esperienza che mi accompagna ormai da anni e mi porta a dire che ovunque vado, presentandomi alle persone che mi contattano, in particolare al Sud Italia dove Noi ‘Polentoni’ siamo considerati delle mezze calzette, delle schiappe vere e proprie, sento spesso frasi del tipo:

  • Io sono un Beccacciao
  • Caccio Beccacce da sempre, da una vita
  • Le Montagne le scavalco sin da quando ero ragazzino
  • Quel che mi manca è il Cane/sono i Cani
  • Di esperienza in merito ne ho da vendere
  • Caccio sette giorni su sette per tutto il periodo di passo
  • I posti giusti li conosco come le mie tasche

Ed a ciò io stesso non posso che rispondere ‘coi fatti’, in prima persona, per cui…”

E poi:

“Il tenermi Allenato e Preparato, così come il dedicarmi con la stessa intensità, e sempre con frequenza quotidiana nei confronti dei miei Ausiliari, è l’unica mia concreta soluzione ’in risposta’. In ogni caso questa è la mia natura, queste sono le mie passioni, questo è il mio credo, e quel che possono pensarne gli altri, ‘tutti’, compresi i miei famigliari, a me non potrebbe che fregare di meno.”

Seguendomi con la dovuta attenzione, la reazione di Pierluigi è stata istantanea, perciò senz’altro genuina, così come quella degli altri presenti, e non poteva che essere… una sonora risata di consenso.

[Continua…]
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