IL PICCOLO IMPRENDITORE – Parte II

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La settimana successiva, visto l’impensabile entusiasmo manifestato da Pierluigi, ho creduto opportuno proporgli una Battuta su Starne e Fagiani da tenersi presso il Campo di Addestramento di Feltre [BL], nella Zona “Canal” per la precisione, apposta per cercare di correggere alcune lacune evidenziate dal Suo Giovane Kurzhaar nelle uscite precedenti in mia compagnia.

Coi medesimi propositi ho sottoposto la soluzione anche a Massimo [Benetti], visto che fino a quel momento non aveva ancora abbattuto alcun Capo di Selvaggina al Suo Cucciolone di Setter Gordon: da giorni infatti mi diceva che avrebbe voluto farlo, ma purtroppo si sentiva “frenato” dal timore di “Sbagliargli” l’Animale, il Primo della Sua breve Carriera, per cui, ben sapendo delle mie Qualità Balistiche, mi aveva chiesto aiuto…

Così, lo scorso sabato 6 Agosto, ci siamo radunati lungo la “Provinciale Feltrina” per poi trasferirci tutti in Gruppo sul posto programmato.

Quale ulteriore novità, molto gradita ed altresì ben accetta, si è aggregato, per l’amicizia che lo lega allo stesso Pierluigi, il Sindacalista della CISL Giovanni Faverin, Suo conterraneo e compagno d’infanzia, chiaramente consumato Cacciatore.

Nel salire verso il Bellunese, una volta giunti in località Quero-Vas, non poteva mancare la classica Tappa Mattutina alla Locanda “Curto”, da quel simpaticone di Paolo, per gustare un “cappuccio con brioches” e forse ancor più per ascoltare le Sue divertenti battute di spirito, ben auguranti per lo scorrere della giornata. Qualche risata alle 6:00 del mattino non può che risvegliare gli umori e mettere in moto chiunque con maggior positività, perciò sorridenti e scherzosi rimontati nelle macchine indirizzandoci verso la destinazione.

Vista la buonora, come spesso capita siamo giunti per primi alla Casa di Caccia ed abbiamo atteso l’arrivo del Responsabile del Campo in questione, il sempre disponibile Orlando Pontin.

Dopo aver sbrigato i documenti obbligatori, ci siamo trasferiti sul lato sud-ovest dell’Area Autorizzata, lungo il letto ghiaioso ed inselvatichito del famoso Fiume Piave, e con ciò abbiamo dato inizio alle danze.

All’inizio Giovanni e Pierluigi si sono tenuti più nell’entroterra, mentre io mi dedicavo momentaneamente a ROY dell’ARBIA, accompagnato da un agitatissimo Massimo. Lo stesso mio Amico non vedeva l’ora di togliersi dagli impicci [sembrava quasi che l’arma gli scottasse fra le mani], infatti già a pochi metri dalle auto mi ha affidato il Suo Semi-automatico Beretta carico.

Dopo alcune “manovre” obbligate tra le piante, finalmente è avvenuto l’incontro con la “prima” Starna, di cui il Giovane Cucciolone ha dapprima percepito l’usta, poi assecondato l’azione attraverso un nervoso accostamento, ed infine l’ha puntata non con altrettanta sicurezza, ma ahimè troppo da vicino.

Il Selvatico, infastidito e forse anche un po’ disorientato dalla situazione generata, ha reagito involandosi quasi immediatamente, e nel farlo dopo pochi metri già si ritrovava a terra inerme. Ho raccolto il bossolo sparato col Semi-automatico […lo stesso Accompagnatore mi ha espresso un grande apprezzamento, poiché nemmeno i cacciatori locali risultano così scrupolosi nel raccogliere le cartucce sparate, seppur sia d’obbligo in Zona Alpi], e in successione ho cercato di incitare l’Allievo al Riporto inerente.

ROY non ha mostrato il benché minimo disturbo per via del botto esploso, ma in modo del tutto diverso da quanto fatto vedere in precedenti occasioni, una volta giunto sul Selvatico non ha tentato neppure di abboccare l’Immobile Preda. Ho pensato, senza insistere in merito, di portarlo ad incontrare “subito” un’altra Starna, lasciandola questa volta volare liberamente per poi andarla a “rimettere”, a rialzare, per verificare gli atteggiamenti che avrebbe potuto tenere il Novello Setter Gordon e difatti, come da mie previsioni, così è poi stato.

Col seguito del Nuovo Involo ROY si è caricato di entusiasmo ben oltre misura, per cui ho invitato il Giovane futuribile Ausiliare di “Casa Benetti” ad accompagnarmi nella ricerca della Grigia di rimessa. Pur avendo di fronte come ostacolo un nutrito boschetto di piante, sono riuscito a marcare la Nuova Postura con assoluta precisione [tanto che persino l’Accompagnatore, Roberto, un rinomato Beccacciaio del posto, ne è rimase stupito], di riflesso abbiamo aggirato le piante e senza difficoltà ho condotto il Setter Gordon a pochi metri dal Selvatico in fuga. Lui ha reagito di nuovo percependone l’usta senza problemi, ma accostando troppo rapidamente, tanto da fermare ancora a pochi centimetri dalla fonte di emanazione, invitando con ciò la Starna all’involo istantaneo. Mentre la “incanalavo”, con la coda dell’occhio ho avuto modo di osservare il furioso inseguimento da parte del Giovanissimo ROY, e cogliendo come si dice “la palla al balzo” [non poteva accadere di meglio], quasi a replay della scena precedente l’ho bloccata sul nascere nel Suo nuovo tentativo di partenza, proprio in linea retta di fronte al Setterone.

In breve quest’ultimo le è stato sopra e l’ha abboccata con totale volontà, con la dovuta foga ed altresì con veemenza, pur senza commettere alcuna eccedenza nello stringere la Preda. Massimo, alla vista di detti positivi eventi, nonostante cercasse di nascondere le Sue timidezze, sembrava essere ingrassato di almeno dieci chili, e pur cercando di far trasparire fermezza, una sicurezza oserei affermare invidiabile, non riusciva più a stare nella pelle dalla gioia.

A quel punto, nel porgerli il Suo Fucile gli ho detto:

“Ora tocca a Te, vedi di rimanere sereno e se proprio non Ti senti sicuro di quanto andrai a fare, lascia pure che il Selvatico prosegua per la Sua strada, eventualmente lo rimetteremo più tardi, non preoccuparti…”

Ed ancora:

“Io rimarrò ad osservarvi un po’ in disparte, e cercherò di fornirTi i migliori consigli di volta in volta… Tu fai attenzione a ROY, è molto importante non commettere ingenuità o superficialità più che altro per l’egoismo di voler sparare a destra e a manca, mi raccomando.”

E Lui:

“Ok, cercherò di fare del mio meglio.”

Nemmeno il tempo delle raccomandazioni, che nel goffo incontro con un Fagiano Maschio involato dal Giovane Setter Gordon, è scaturita un’inutile “tripletta”, col Selvatico che sbeffeggiante si dirigeva in nuovi lidi.

Chiaramente non mi sono affatto intromesso, ma l’Accompagnatore viceversa gli ha detto:

Massimo, devi stare più calmo ed avere più pazienza…”

E poi:

“… aspetta qualche metro in più prima di sparare, vedrai che le cose cambieranno da sole.”

In seguito si è ripetuta la medesima situazione con identici risultati, con una Starna di rimessa che l’Aspirante Cacciatore nemmeno ha cercato di marcare [all’opposto di quanto gli avevo insegnato]. Accortomi, l’ho richiamato con gentilezza dicendogli:

“Fino ad ora Ti ho parato il cul… perché abbiamo recuperato quello che c’era da recuperare, ma voglio proprio vedere se alla prossima occasione sarai capace di marcare da solo il Selvatico in fuga…”

Ed ancora

“Io non cercherò di seguirlo con lo sguardo, così sarai costretto ad arrangiarTi per conto Tuo…”

Infine:

“Poi verificheremo cosa ne uscirà.”

Massimo ha annuito e contemporaneamente, visto che eravamo ormai vicini alle auto, è tornato in furgone per prendere con sé il più maturo OPPIS TARHO, se non altro per poter essere più sereno nell’Azione di Ferma [la sicurezza e la flessibilità che detto Esemplare sa esibire sempre e comunque, anche in presenza di ROY, non avrebbero potuto che essergli d’aiuto]. Appena giunto fra Noi, percorse poche centinaia di metri a salire sul letto secco del Fiume, ne è nata una bellissima Scenetta Venatoria in cui il Tricolore della mia “Scuola” si è dimostrato effettivamente perfetto, proprio come “deve fare un Ausiliare sincero, certo, sicuro, prudente e produttivo”, ma anche in tale circostanza un’imperturbabile Femmina di Fagiano dal volo rapido se n’é andata indisturbata nel bosco sulla Nostra sinistra, tanto che l’indispettito Accompagnatore già citato è sobbalzato di nuovo con:

Massimo, scusami se mi permetto, ma Ti sei forse iscritto ai Protezionisti?!… ai Verdi?!”

E quest’ultimo sorridente gli ha risposto:

“Bella questa!! Non l’avevo mai sentita: complimenti per la battuta.”

Viceversa io sono intervenuto chiedendogli:

“Non ho volutamente osservato dove è volata la Fagiana, per cui ora dimmi Tu come comportarci per la rimessa.”

E Lui:

“L’ho vista indirizzarsi verso quella Pioppa [indicandola con la mano], poi l’ha aggirata da dietro ed è risalita ancora più in su, sulla destra.”

Ed io a mia volta:

“Bene, ora andiamo a verificarlo…”

Poi:

“…però il Fucile dallo a me, altrimenti stamattina rischiamo di inquinare inutilmente il greto del Fiume.”


Giungendo all’albero descritto, mi sono accertato per mia naturale malizia dell’ambiente che ci attorniava, girandomi verso il punto di sparo da cui eravamo partiti sino ad osservare ulteriormente che, una quindicina di metri “prima” della stessa Pioppa e nella linea dell’avvenuto tiro, si trovava un’altra Pianta di minor consistenza ed altezza [circa la metà], che a parer mio poteva aver tratto in inganno tutti gli altri componenti del gruppo. Comunque, senza destar sospetti, ho seguito per correttezza i precisi “voleri” di Massimo e Compagnia, per cui abbiamo svoltato a destra per addentrarci nel boschetto presente ed abbiamo lasciato che i Loro Cani operassero liberamente ad ampio raggio. Dopo aver percorso oltre un centinaio di metri non era ancora accaduto nulla e gli Ausiliari all’opera non mostravano interessi particolari in alcun luogo, in nessun angolo, così sono intervenuto dicendo Loro:

“Io credo che vi siete fatti ingannare dalla Pianta di Pioppo nella Vostra Visuale, altrimenti nel frattempo i Cani avrebbero già incontrato…”

Ed ancora

“È meglio se torniamo indietro, scendendo nell’area che divide le Piante in questione.”

Non avevo percorso che poche decine di metri in quel verso, che OPPIS TARHO, percependo un forte effluvio e reagendo nell’immediato schiacciandosi a terra come una Pantera, si è bloccato in una Ferma di certo non sicura, non definitiva, ma che sembrava confermare le mie idee. Difatti il Giovane Kurzhaar di Pierluigi, nel frattempo attirato dai continui spari di Massimo, ha affiancato il Setter Inglese e senza nemmeno dare importanza all’evidente immobilità di quest’ultimo, ha girato il Suo Tartufo Carnicino ovunque dall’alto in basso, da destra a sinistra, causando l’involo della ricercata Femmina di Fagiano, bloccata da me a mezz’aria pochi metri oltre.

OPPIS TARHO, che come tutti i Prodotti del mio Allevamento, grazie ad una precisa Selezione effettuata negli Anni non manca di certo di Iniziativa Naturale, si è avventato sull’inerme Preda e l’ha Riportata con esuberanza al felicissimo Proprietario, esattamente come prevede, o quantomeno prevederebbe, in questi casi il Manuale Cino-Venatorio.

Al che, senza pronunciare parola su quanto accaduto, sui fatti concreti, ne ho approfittato per rivolgermi verso gli ammutoliti Massimo e Pierluigi, dicendo Loro:

“La Caccia, da sempre, è tattica, è riflessione e ragionamento su ogni singolo evento succedutosi in Battuta. Per poter divenire realmente un ‘Cacciatore’, prima di ogni altra cosa, ancor prima di imparare a Sparare Dritto, di Centrare il Bersaglio, è indispensabile imparare ad osservare con attenzione ogni specificità, anche se in apparenza insignificante. A tal proposito ricordo che mio Nonno Massimo mi ripeteva quasi fino alla nausea, come fosse un’ossessione:

‘Oscar, impara prima di ogni altra cosa a rubare con gli occhi’.”

Ed inoltre:

“Bisogna saper valutare tutti i fatti, chiaramente col supporto dell’Esperienza Acquisita che di sicuro non si trova al Supermercato in Offerta Speciale. Questi sono i Risultati, i concreti Frutti che si possono ‘Raccogliere’ in ogni genere di situazione, pur Cacciando, come stiamo facendo Noi ora, dei ‘Polli Colorati’…”

Infine:

“…ma bastano e avanzano anche questi tipi di Selvatico per confermare le Forze in Campo.”

L’Accompagnatore Roberto, che sino a quel momento non si era mai espresso, anch’egli colpito dagli eventi accaduti è intervenuto a Sua volta dicendomi:

“Avevo sentito in altre occasioni, in molte per la verità, parlare della Tua persona e delle Tue gesta, ma credevo fossero delle montature dovute al Personaggio, come del resto capita spesso… viceversa devo proprio ricredermi, perché stamattina, per ben due occasioni, due volte almeno, mi hai lasciato esterrefatto, stupito oltre ogni possibile previsione…”

Ed inoltre:

“Sai marcare la Selvaggina in modo eccezionale, ineccepibile, sembri persino dotato di un non so che, di un Radar per i Selvatici…”


E poi:

“Sono a conoscenza del Tuo Libro sulle Beccacce, e a questo punto mi sento di dovertelo chiedere, nella speranza che leggendolo possa apprendere questa Tua Arte, queste Tue Malizie, queste Tue Considerazioni, queste Tue Esperienze…”

Infine:

“Comunque quello che hai appena detto ai Tuoi Amici, a Tutti Noi, è la sacrosanta Verità, la Caccia è effettivamente ‘questa’, non esistono dubbi, il grande problema invece rimane quello di saper, con umiltà, costanza e dedizione, trarre giovamento da ciò, ossia saper comprendere, saper imparare.”


Dopo aver raccolto il Bossolo Vuoto, mi sono incamminato in compagnia dei miei Compari di Giornata ascoltando tutte le Loro riflessioni, e nel proseguo del tragitto che portava al parcheggio delle Nostre auto il Giovane Kurzhaar ha causato un nuovo involo di un’ulteriore Starna, che già al mattino era riuscita a sottrarsi agli spasimanti citati Cacciatori.

Io stesso nemmeno me ne sono accorto, in quanto mi trovavo nel bel mezzo di una boscaglia molto fitta, viceversa Roberto, l’Accompagnatore, ha avuto modo e metodo di marcarne il Nuovo Sito di Postura. Di conseguenza ci siamo portati nei pressi e seguendo le sue indicazioni ho risalito l’argine presente pur dovendo oltrepassare il folto di alcuni rovi e canneti presenti.

Massimo e Giovanni invece ha seguito il greto del Fiume sulla mia sinistra a scendere, accompagnati dai Loro Fidi Ausiliari, mentre Pierluigi è venuto dietro a me, e giuntomi di fianco mi ha detto a Sua volta:

“Voglio proprio cercare di capire come fai ad incanalare i Selvatici in così poco spazio dal punto d’involo, in pochissimi metri, per poi abbatterli senza apparenti difficoltà…”

Ed ancora:

“…devi anche spiegarmi come fai ad essere sempre nel posto giusto al momento giusto… inoltre devi dirmi come può essere che, pur adoperando i Fucili di altri, caricati con Cartucce che nemmeno hai visto introdurre, cogli ‘sempre’ il Bersaglio riuscendo a non rovinare mai il Selvatico abbattuto…”

Ed infine:

“Dai, spiegami. Fammi almeno comprendere un po’.”

In quell’istante gli ho fatto notare che il Suo Giovane Kurzhaar non ci aveva per nulla seguito, per cui Pierluigi è tornato di qualche metro sui Suoi passi per recuperarlo, ed appena giuntomi di nuovo vicino ha esclamato:

“Con tutta questa bassa boscaglia, con questo folto, non la troveremo di sicuro ‘sta Starna.”

Nemmeno a farlo apposta, in quel preciso momento il Suo Ausiliare ha dato un paio di Annusate nell’aria circostante che mi hanno spinto a rispondergli:

“Devi ricrederTi, il Tuo Fido l’ha già ‘sentita’ anche se non riesce ad indirizzarsi verso la Fonte Olfattiva.”

Così come avvenuto nelle occasioni precedenti che l’avevano visto coinvolto per tutta la mattinata, il “Bracco” si è rigirato su se stesso a 360 gradi, almeno per un paio di volte, e così facendo ha quasi calpestato in maniera involontaria la malcapitata Grigia, che non ha potuto far altro che ripartire. Vista la foltissima rete di rami e ramaglie varie che avevo di fronte, ho deciso di bloccarla nell’immediato, prima che vi entrasse, altrimenti non sarei mai riuscito a seguirla nel tragitto intrapreso attraverso quegli “Ostacoli Verdi”.

Nel frattempo ho sentito un rimbombo, un frastuono molto forte sulla mia sinistra, ed ho intuito subito l’alzarsi ed il conseguente tentativo di fuggire nel sottobosco da parte di un Cervide, tanto da gridare al sottostante Massimo:

“Attento, attento al Cervo!”

Questi mi ha risposto di lì a breve, in modo affannato e più che emozionato:

“Mamma mia che bella Cerva!”

Ed ancora:

“Per un attimo non mi investiva! Ero fra i canneti e non l’avrei mai notata, credo che mi sia passata a meno di un metro… che bella, bella davvero, non ne avevo mai vista una in libertà, e dal vivo, in tutta la mia vita.”

Anche Giovanni era meravigliato:

“Questi luoghi sono un vero Spettacolo Naturale… Paesaggi Incantevoli, direi da Sogno, con Animali fantastici…”

Ed infine, rivolgendosi direttamente a Massimo:

“Hai ragione, si trattava di un bellissimo Esemplare Femmina di Cervo, enorme, molto grande.”

Io stesso, nel sentire tutti quei commenti dei miei Invitati, ho provato una Grande Soddisfazione, una Grande Gioia, soprattutto per “Loro”. Non capita spesso di trascorrere delle belle giornate assieme a Compagni “giusti e meritevoli”, e senza dimenticarmi di quanto ero impegnato a fare, rispondendo a Pierluigi per la domanda che mi aveva posto poco prima, gli ho detto:

“Non so che dirti, se non che si tratta né più né meno di Tanta Esperienza, di una Montagna d’Esperienza…”

E poi:

“Io con l’andar degli anni riesco a leggere perfettamente le mie Fucilate, le mie Rosate, per cui quando ‘incanalo’ un Selvatico cerco di coglierlo al meglio in base alle Cartucce ed alle Distanza che ci separa in quel  preciso momento…”

Ed ancora:

“Se osserverai l’ultima Stana presa quale esempio ulteriore, vedrai che l’ho colpita tutta sotto, perché altrimenti, essendole così vicino, di certo l’avrei spappolata, l’avrei fatta scoppiare per aria.”


Intanto, pur girovagando dappertutto, il Suo Kurzhaar non riusciva proprio ad individuarla, per cui Pierluigi mi ha detto:

“A me sembrava troppo vicina per poterla colpire… ma sei sicuro di averla abbattuta?! O invece l’hai pizzicata solo un poco, in modo che sia poi riuscita a darsela a gambe, a mettersi a correre?!”

Al che ho risposto:

“Lascia fare a me, vedrai che io la trovo senz’altro e poi, che sia ancora viva non è di certo possibile… con la rosata l’ho persino buttata ‘avanti’ di qualche metro.”


Pochi passi dentro le prime piante ed ho individuato il Selvatico senza vita alla base di un Nocciolo, e senza neanche toccarlo, ho chiamato Pierluigi invitandolo vicino a me. Non appena mi è stato di fronte, guardandolo fisso negli occhi gli ho detto nuovamente:

“Ora, nel raccoglierla, osservala bene, vedrai che avrà ambedue le gambe rotte e la parte sotto la pancia sfregata dai pallini della rosata.”

Pierluigi, quasi in atto di sfida, dopo averla scrutata ben bene, passandosela da una mano all’altra ed avvicinandosela al naso più volte per poter controllare meglio, mentre tornavamo verso le auto al parcheggio mi ha risposto:

“Che Tu, fra le tante stranezze che combini, avessi anche saputo dirmi dire senza toccarla ‘come’ e ‘dove’ l’hai colpita, e ‘cosa’ le hai causato di conseguenza… se non fossi stato io stesso presente sul posto NON CI AVREI MAI CREDUTO!”

Ancora:

“Io non sono uno sbarbatello, non sono nato ieri, ed a sparare me la cavo bene, più che bene potrei dire… ma che in concrete situazioni di Caccia, quando il Selvatico s’invola così rapidamente, per di più nel folto più assoluto com’era quello che in cui ci trovavamo, sia possibile fare senza errori e con semplicità naturale le cose che mi hai appena esposto, NON CREDO PROPRIO SIA IN DOTE AI COMUNI MORTALI! A volte mi porti a pensare che sei un Santone, un essere coi Super Poteri…”

Ed infine:

“Di sicuro da quando Ti ho conosciuto mi rendo conto, giorno dopo giorno, che quanto mi ha confidato sul tuo conto anche Ettore [Schirato] corrisponde al vero, perché non si sa come, non si sa perché, ma Tu non sei come Noi, non sei un essere normale.”


E girando verso di me i Suoi occhietti da “Lince più furba che santa”, è esploso in una profonda risata…