Primo Commento Al Libro: “BECCACCE DELL’ALTOPIANO”

Da qualche tempo sono, oltre che amico, lettore attento della monumentale Opera Cino-Venatoria di Oscar Pietro Pizzato.

Sono stato, almeno così mi piace pensare, una delle  prime persone a inviare un commento alla prima  edizione  del  “Il  Setterman e l’arte della Beccaccia“. Ho avuto l’onore e il piacere di ricevere le bozze della  quarta  edizione di quel libro, alla quale ho anche collaborato con un capitolo, e del “Libretto d’oro del Beccacciaio” per un parere e un commento. Credo  infine di essere stata una delle prime persone ad aver ricevuto la versione definita “Estesa” di quest’ultima impressionante fatica.

Comincerò  quindi  con  una esclamazione: “Sono totalmente basito, esterrefatto!”

È assai difficile  districarsi al primo impatto tra pagine e pagine di immagini, di citazioni, di racconti e considerazioni, pagine fitte di nomi, di lettere  Maiuscole, di descrizioni, di luoghi e persone che evidentemente Oscar ama senza riserve e senza ipocrisia. Luoghi e persone che, nonostante  i suoi  girovagare per  il  mondo, mai ha voluto, o forse meglio, saputo abbandonare.

In ogni caso, dato atto della assoluta buona fede di Oscar, debbo confessare che leggendo con cura anche l’ultima sua fatica, mi si è aperta davanti la visione del suo mondo.

Il mondo di un uomo di  grande personalità, orgoglioso dei suoi natali e del suo modo di essere e di vivere, un ego in qualche caso straripante, ma che è riuscito a  costruire e consolidare una serie di attività e di capacità sicuramente non comuni.
E cosa dire dei suoi cani, che per affetto e rispetto, addirittura indica sempre con tutte lettere maiuscole, con il nome proprio preceduto sempre dall’affisso OPPIS, il nome del suo allevamento. Un amore dedicato e sviscerato, ma non cieco, l’amore di un padre orgoglioso di come sono cresciuti e si comportano i suoi figli.

E per finire “La BECCACCIA”. Un amore invece ossessivo, ai limiti quasi dell’idolatria, una vita di ricerca, studio, osservazione profonda. La certezza di aver raggiunto una  competenza eccezionale, la sicurezza che gli forniscono i suoi  splendidi  ausiliari [tutti SETTER INGLESI, i cani con il pelo di seta!], la cura dei particolari nella scelta degli accessori con in primis cartucce e fucile, l’invenzione  addirittura di piccoli oggetti indicati come indispensabili per la caccia alla Regina, come sacchi a spalla e campanelli per il cane.
Tutto questo con una facilità di scrivere quasi imbarazzante, una ampollosità non fastidiosa, ma sempre capace di interessare e avvincere il  lettore. Una lettura non semplice, anche  per la messe di citazioni che precedono e seguono ogni capitolo, forse non tutte indispensabili e azzeccate, alcune anche criptiche, ma sempre suggestive anche per la personalità di chi le ha dette o scritte e, soprattutto, molto spesso intelligenti. E non è poco!

Oscar a mio giudizio ha “inventato” un  nuovo modo di scrivere, la personalizzazione del suo modo di essere, la cura nella descrizione dei luoghi e delle persone, le prodezze dei suoi cani Specialisti e il mondo e il sogno della Beccaccia.

Il tutto con decine di foto, dei suoi Cari, dei Cani e dei Luoghi Fatati dell’Altopiano dove è cresciuto e ha vissuto.
Alla fine del poderoso volume, mi son sentito soddisfatto per aver concluso quella che inizialmente era apparsa una fatica, e la  conclusione è  stata la  seguente: “Forse  un po’ eccessivo, ma in ogni  caso un ottimo libro di  caccia e  di  vita”.

Un affettuoso complimento a Oscar per quanto ha saputo fare, con le descrizioni di caccia vive e spesso elettrizzanti e il trasparire dei suoi affetti, tutti collegati a Persone, Luoghi e Situazioni che rappresentano il suo piccolo, grande Mondo. Contagiato dall’uso delle Maiuscole esprimo i più sinceri auguri di un ottimo successo del Libro.

Renato Musumeci